Individuata grazie alle ricerche compiute da Ciro Caversazzi pubblicate nel 1924, la casa dove nacque Gaetano Donizetti è un edificio di 5 piani risalente all’epoca medievale. Il declivio del colle su cui sorge Borgo Canale fa sì che dalla via che l’attraversa si vedano solo 4 piani, mentre dalla strada a valle (l’attuale via degli Orti) i piani fuori terra sono 5. I Donizetti abitavano appunto nel seminterrato, nato come portico aperto ma successivamente chiuso e suddiviso in locali d’abitazione e in ambienti di servizio per l’intero edificio: un corridoio di disimpegno, con legnaia, pozzo e ghiacciaia da un lato, e dall’altro – verso valle – un appartamento di due stanze.
Acquistato dal Comune di Bergamo nel 1925 grazie ad una sottoscrizione pubblica promossa l’anno prima, nel 1926 l’edificio venne dichiarato Monumento Nazionale in quanto «di interesse storico». Disabitato dal 1929 alla metà degli anni ’30, lo stabile tornò ad essere casa d’abitazione fino alla metà degli anni ’60. In occasione del primo centenario della morte di Donizetti (1948), e poi nel 1973, si provvide a restaurare il seminterrato e ad aprirlo al pubblico. Nel 2007 dal Comune di Bergamo furono avviati i lavori di restauro e ristrutturazione dell’intero edificio, che hanno portato alla sua totale apertura nel 2009. Il suo riallestimento è stato affidato alla Fondazione Donizetti.
Il visitatore accede dall’ingresso di via Borgo Canale in un atrio che ospita il banco d’accoglienza. Scendendo nel seminterrato, accede agli ambienti d’interesse storico, cioè quelli abitati dai Donizetti e i locali di servizio, restaurati nel rispetto scrupoloso di quanto pervenutoci. Non troverà mobili: chi vi abitò era troppo povero per avere arredi di qualche pregio, e i cambiamenti di inquilini non hanno favorito la conservazione di ciò che c’era. Tornando al piano terra, le due salette che guardano a valle hanno alle pareti pannelli che illustrano in sintesi la vita di Donizetti e quella del suo maestro Mayr: dalle finestre, la vista sui colli di Bergamo è già di per sé uno spettacolo. Ai piani superiori il visitatore trova da un lato un piccolo ambiente che custodisce pochi ma preziosi cimeli, e dall’altro un’ampia sala dedicata al teatro — il campo d’azione principale di Donizetti — inteso sia come edificio, sia come creazione di spettacoli.
Al piano successivo si trovano un piccolo auditorium preceduto da un atrio che è anche una galleria di ritratti di Donizetti. Scendendo per tornare all’ingresso, nella saletta del bookshop il visitatore può acquistare libri, cd e dvd relativi a Donizetti e alle sue opere, e oggetti che ne riproducono ed elaborano l’immagine o la grafia
“Impronte Sonore” è un viaggio sonoro nel passato, nelle voci e nei rumori ai tempi e nei luoghi del piccolo Gaetano Donizetti. Per mezzo della registrazione con microfono binaurale è stata creata una narrazione olofonica coinvolgente, capace di rievocare la quotidianità di un’umile famiglia dell’Ottocento e immergendo l’ascoltatore in ambientazioni sonore tridimensionali.
“Impronte Sonore”, grazie alla sua peculiarità rispetto a una tradizionale audio guida, accompagna l’utente non per mezzo della vista, ma dell’udito, facendo fronte a due bisogni. Da un lato soddisfa l’eterogeneità dei pubblici di Casa Natale diversi per interessi, nazionalità e fasce di età, andando oltre le singole specificità di ognuno.
L’applicazione permette di personalizzare il percorso e il tempo di visita. Il visitatore può così navigare liberamente tra i contenuti dei tre piani di Casa Natale, rispettivamente “La casa dove nacque”, “L’Allievo e il Maestro” e “Il Teatro Donizetti”.